I legislatori statunitensi stanno valutando una modifica alle regole fiscali sulle crypto, a lungo dibattute, che potrebbe ridurre i benefici per gli utenti comuni, suscitando avvertimenti da parte dei sostenitori di Bitcoin che tale cambiamento minerebbe lo scopo originale della politica.
La questione è incentrata su una proposta di esenzione fiscale "de minimis", una regola pensata per esonerare i piccoli pagamenti in crypto dalle imposte sulle plusvalenze. Secondo le attuali linee guida dell'IRS, gli asset digitali sono trattati come proprietà.
Ciò significa che ogni acquisto effettuato con crypto, anche una tazza di caffè, conta come evento tassabile che richiede il monitoraggio della base di costo e la dichiarazione di plusvalenze o minusvalenze.
I sostenitori dell'esenzione affermano che questo quadro normativo rende l'uso quotidiano impraticabile e scoraggia le crypto dal funzionare come denaro.
Il dibattito si è intensificato questa settimana dopo che i rappresentanti del Bitcoin Policy Institute, un gruppo di advocacy no-profit, hanno affermato che i legislatori stanno valutando di limitare l'esenzione solo alle stablecoin.
Conner Brown, responsabile della strategia del gruppo, ha dichiarato su X che limitare un'esenzione de minimis alle stablecoin sarebbe un "grave errore", sostenendo che ciò escluderebbe i normali pagamenti in Bitcoin dai benefici favorendo al contempo asset che raramente generano plusvalenze.
L'idea alla base dell'esenzione è semplice, consentire che le piccole transazioni crypto personali siano escluse dalla dichiarazione delle plusvalenze, in modo simile a come vengono trattate le transazioni in valuta estera.
La maggior parte delle proposte ha suggerito una soglia per transazione di circa $300, abbinata a un limite annuale di circa $5.000 in plusvalenze totali esentasse.
La preoccupazione sollevata dai sostenitori di Bitcoin è che le recenti bozze o negoziazioni possano restringere l'ambito dell'esenzione alle stablecoin.
Le stablecoin sono progettate per mantenere un prezzo stabile, solitamente ancorato al dollaro statunitense, il che significa che la maggior parte delle transazioni non produce plusvalenze.
I critici sostengono che concedere loro un'esenzione de minimis offre scarsi benefici pratici lasciando gli utenti di Bitcoin a fronteggiare lo stesso onere dichiarativo.
Alcuni commentatori hanno messo in dubbio la logica di dare priorità alle stablecoin. Marty Bent, fondatore dell'organo di stampa Truth for the Commoner, ha scritto su X che le stablecoin "non cambiano di valore", rendendo non necessaria un'esenzione per piccole plusvalenze.
La senatrice Cynthia Lummis del Wyoming è stata una delle sostenitrici più attive dell'idea. A luglio ha presentato una legislazione che propone un'esenzione di $300 per le transazioni crypto, insieme a un limite annuale di $5.000.
La sua proposta includeva anche esenzioni per gli asset digitali donati a enti di beneficenza e differimento fiscale per le crypto guadagnate tramite mining o staking.
Lummis ha a lungo sostenuto che l'esenzione renderebbe Bitcoin pratico per l'uso quotidiano, invece di qualcosa che le persone sono costrette a trattare solo come investimento a lungo termine.
Tale argomentazione è riemersa a ottobre quando il fondatore di Block Jack Dorsey ha sollecitato i legislatori a rimuovere le regole fiscali che rendono difficili i pagamenti quotidiani in Bitcoin. Lummis ha risposto pubblicamente, affermando di star lavorando alla questione e invitando i sostenitori a farsi sentire.
Lo scambio ha riportato l'attenzione su un problema che l'industria crypto solleva da anni. Bitcoin è stato introdotto come sistema di contante elettronico peer-to-peer.
Nel tempo, tuttavia, le commissioni di transazione, il regolamento lento e gli obblighi fiscali hanno spinto la maggior parte degli utenti verso il possesso piuttosto che la spesa.
Mentre le discussioni continuano, il Congresso sembra più vicino che mai a rivedere le regole fiscali sulle crypto.
A dicembre, il rappresentante Max Miller, che fa parte della House Ways and Means Committee, ha affermato che una bozza di legge sulla tassazione degli asset digitali ha già circolato tra i legislatori e potrebbe avanzare prima della pausa di agosto 2026.
A partire dal 2026, l'IRS prevede di introdurre nuove regole di reporting, inclusi i moduli 1099-DA dagli exchange centralizzati, fornendo alle autorità fiscali un quadro più chiaro dell'attività crypto.


